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BUON ANNO A TUTI!!

venerdì 25 settembre 2009

Ancora sull'assalto alla CRI di Roma.


Si riportano anche le seguenti note relative ai commenti all'attacco di alcuni vandali alla CRI Romana. Tali note sono riprese dal sito del Comitato Centrale CRI.
Nell'immagine: il Prefetto di Roma, Dottor Pecoraro.


L'INTERVENTO DEL PREFETTO DI ROMA:
''La Croce Rossa ha subito un atto inqualificabile. C'e' chi vuole portare tensione in citta' e colpire coloro che con grande abnegazione assistono persone disperate e non solo disperate, nei Cie, centri di identificazione ed espulsione''.
Lo dichiara in un'intervista a 'La Repubblica' il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, commentando l'assalto alla Croce Rossa.
''C'e' stata - prosegue il prefetto - una serie di attacchi alla Cri in tutta Italia, se ne stanno occupando gli organi centrali. A Roma, a qualcuno da fastidio che i volontari Cri assistano gli immigrati nei Cie''. ''Vogliono creare - continua Pecoraro - una tensione immotivata: la Cri fa un lavoro egregio''. ''Non c'e' alcuna emergenza sicurezza: a parte gli stupri, non ci sono stati fatti particolarmente allarmanti e sono state fatte grandi operazioni di polizia. Abbiamo aperto un tavolo sull'emergenza abitativa, la vera emergenza di Roma, e stiamo lavorando per risolverla in tempi brevi. C'e' - conclude - chi cerca di minare questo processo''.

L'INTERVENTO DI ROCCA:
"La presenza della Croce Rossa nei Cie è garanzia di umanità, che è il primo dei principi su cui si fonda l'associazione. Per questo l'aggressione di stamattina al Comitato provinciale di Roma e' un evento desolante, su cui spero la magistratura possa presto fare luce'': lo ha affermato il Commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, in seguito all'assalto compiuto oggi da ignoti alla sede del Comitato Provinciale della Croce Rossa di Roma.
''I Cie - prosegue Rocca - devono poter utilizzare spazi più ampi. Non si può pensare di aumentare il periodo di permanenza nei centri fino a 6 mesi e lasciare le cose come stanno. Il problema dell'immigrazione è considerato una questione italiana o spagnola. L'Unione Europea deve farsi carico di questa gente invece di lasciare sole le istituzioni italiane".
"Nei Cie la Croce Rossa dà assistenza sanitaria e da mangiare. C'è una condizione di sofferenza ma non e' certo colpa nostra: noi cerchiamo di migliorare la condizione degli immigrati in attesa di identificazione. Tanto meno siamo complici di chissà quali torture".
"C'è una regia a livello nazionale, siamo oggetto di aggressioni continuate a Trento, a Torino, ora a Roma. I nostri operatori - conclude - vanno a finire su internet con nomi, cognomi e indirizzo di casa. E' inammissibile per un ente umanitario che lavora per il prossimo''.

LA NOTA DEI RAPPRESENTANTI DEI ROM A ROMA:
"In relazione ai fatti Roma del 21 settembre 2009, ovvero l'assaltato da parte di una decina di persone a volto coperto al Comitato provinciale di Roma della Croce Rossa Italiana in segno di protesta contro la presenza della CRI nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione), il coordinamento dei rappresentanti Rom condanna decisamente i fatti in oggetto ed in generale gli atti di chi insulti la CRI in modo volgare. In questo periodo ci è stata riservata una grande attenzione ed un grande impegno da parte dei volontari della Croce Rossa che sono costantemente presenti nei campi, ci supportano materialmente e moralmente. In particolare sono al nostro fianco nel lavoro di preparazione e stesura di un nuovo "auto-censimento" che non abbia uno scopo di controllo poliziesco e fini di repressione e deportazione, come accaduto in passato, ma di integrazione, aggiungendo tutte le informazioni utili ad evidenziare i problemi e le particolarità di ogni singolo nucleo familiare Rom. Tale lavoro è fondamentale e noi, come dicevamo, siamo profondamente grati alla CRI ed in particolare modo al dott. Marco Sguicciarini ed a Rodica Strjza. Per questo motivo siamo profondamente rammaricati del gesto vandalico verso quelle persone che, a titolo di volontariato, si occupano quotidianamente delle emergenze abitative e ultimante sono diventati i garanti anche dei diritti fondamentali per il popolo Rom. Crediamo comunque che qualsiasi forma di protesta possa e debba essere dimostrata nell'ambito di un dialogo e del civile confronto o della civile dimostrazione di dissenso".

Il Coordinamento dei portavoce della comunità Rom
Coordinatore dei portavoce delle comunità Rom di Roma
Najo Adzovic
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