
Dal notiziario del sito "Caffè Dunant".
Un altra grave ennesima violazione nei confronti dell'operato del Comitato Internazionale della Croce Rossa nelle are di conflitto.
Un dipendente francese della Croce rossa internazionale è stato rapito in Darfur. È «in buona salute», ha dichiarato oggi il sottosegretario sudanese alle questioni umanitarie, Abdel Baqi Gilani, alle agenzie di stampa.
Gilani ha detto di basarsi su «prime informazioni» da lui ricevute. Il sottosegretario, in dichiarazioni all'agenzia francese Afp, ha detto inoltre di ritenere che il rapito «sarà liberato rapidamente» perché lavora per la Croce rossa, organizzazione «molto rispettata» da tutti i gruppi attivi in Darfur.
Gilani ha definito «banditi» gli autori del rapimento che viene «condannato» dal governo del Sudan.
Il rapito, Gauthier Lefevre, ha 35 anni, da cinque lavora per il Comitato Internazionale della Croce Rossa ed è in Darfur da 15 mesi. Il francese è stato prelevato 40 chilometri a nord di Al Geneina, capoluogo della provincia del Darfur-ovest, vicino alla frontiera col Ciad. Il Governo francese ne ha reclamato la «liberazione incondizionata ed immediata».
Dopo il rapimento e il lungo sequestro di tre operatori del C.I.C.R. nelle Filippine, tra cui il nostro connazionale Eugenio Vagni, risoltosi nel trascorso luglio fortunatamente senza gravi epiloghi dopo sei lunghi mesi, questa nuova ennesima violazione del Diritto Umanitario Internazionale e attacco all'azione della Croce Rossa Internazionale, nel suo agire a tuttela delle vittime di guerra e per la vigilanza del rispetto delle norme, in un altra parte del mondo.
In Sudan non è la prima volta che operatori umanitari, anche di altri organismi, sono attaccati e rapiti, in un Paese, dove il confine tra guerriglieri indipendentisti, truppe regolari e banditi è molto flebile.
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